
Alberto Urso ha vinto la diciottesima edizione di Amici di Maria de Filippi, e questo era noto fin dal primo momento in cui Alberto si è presentato in quel programma.
Nonostante sia stato presentato come un fenomeno capace, col suo canto, d’unire tradizione e modernità, il suo professore s’è detto piuttosto deluso da quest’esperienza.
Lui stesso aveva presentato Alberto Urso a Maria de Filippi ed aveva accettato d’esserne il professore perché Luciano Pavarotti pure l’avrebbe fatto. La sua speranza non era tanto che Alberto Urso vincesse (anzi), quanto trasmettere ai giovani l’amore per l’opera lirica.
Egli stesso dichiara quest’esperimento fallito: alcuni si saranno anche interessati all’opera lirica, altri, troppi, hanno erroneamente pensato che Alberto Urso la rappresentasse.
Secondo lui l’Opera è stata banalizzata dalla parteciapazione di Alberto Urso al programma, dove si è fatto passare un messaggio sbagliato e non quello che lui, inizialmente, sperava di poter diffondere.
Lancia frecciatine anche alla produzione, spesso irrispettosa delle stesse persone che lavoravano per loro ( ma noi lo sapevamo già, grazie a Morgan).
Ecco il testo integrale scritto dallo stesso Mauro Bonfanti seguito alla sua esperienza televisiva ad Amici di Maria de Filippi.
Dopo 4 mesi di lezioni settimanali, si è conclusa la mia esperienza come insegnante di canto lirico nella trasmissione “Amici” di Maria De Filippi sul canale Mediaset “Canale 5”.
Seguendo la strada tracciata dal mio Maestro Luciano Pavarotti, non mi sono mai imposto barriere alla diffusione dell’opera lirica: ho quindi ceduto alla richiesta da parte della produzione di portare il mio contributo in Tv e, nello specifico, in un talent show dedicato ai giovani: il programma “Amici” di Maria De Filippi.
A paper mio l’idea, in se stessa, presenta elementi positivi che hanno rafforzato la mia percezione di utilità in questa mia partecipazione: ho avuto modo di riscontrare sincero interesse per l’opera da parte di alcuni ragazzi che seguono questa trasmissione, unito a un tentativo di ritornare alle nostre origini musicali e far capire il forte legame e la correlazione tra musica “colta” e musica “leggera”.
Alla stessa stregua dei lati positivi, sono emerse però diverse criticità che senza dubbio pesano sul bilancio finale dell’opinione che si può evincere da tale attività: l’inconciliabilità di ritmi tra quelli televisivi e quelli di un serio studio del canto, contingenze di varia natura che portano a modificare continuamente l’agenda degli impegni, programmata con largo anticipo, che spesso va a discapito del lavoro e a volte trascende addirittura il rispetto della persona umana, l’esigenza che il pubblico, con regole che afferiscono alla sfera dell’interesse economico piuttosto che a quello della qualità, risponda positivamente.
Mi sento di affermare che durante la trasmissione “Amici” non si è potuta percepire tutta la ricchezza di sfumature appartenenti all’Opera lirica.
Essa non si può minimizzare con un ragazzo (pur talentuoso ma acerbo) che canti arie e canzoni con alcuni elementi di tecnica vocale operistica: questo, potendo in qualche modo risultare interessante, non è sicuramente Opera!
Far passare questo messaggio non aiuta a supportare il concetto che per poter cantare la lirica a livello professionale (sulle scene, in teatro) c’è bisogno di tanto sacrificio e impegno costante, rischiando così di avallare come corretto l’orientarsi unicamente verso un mercato discografico estero dove vive una certa Italia “da cartolina” che ci fa spesso sorridere e a volte vergognare.
Vorrei ringraziare coloro che hanno seguito questa mia fugace esperienza televisiva con interesse.
Rivolgendomi a chi volesse fare veramente il bene della nostra gloriosa tradizione musicale e a chi volesse continuare a coltivare dei “tenori”, dei quali l’Italia vanta illustrissimi esempi, per un futuro che sia corrispondente al nostro glorioso passato, dico che l’unica strada percorribile è quella di conoscere prima, e a fondo, cosa veramente sia l’Opera lirica con umiltà e coerenza, perché un tale patrimonio non venga vituperato.
Non prendertela Mauro, è successo ad altri prima di te e non vale solo per il mondo della lirica.