Il Grande Fratello è stato il primo reality mai mandato in onda in televisione, certo, prima vi è stata una serie di talk-show un po’ reality che, sicuramente, potrebbero essere definiti i precursori dei Reality-Show e, in generale, di questo tipo d’intrattenimento che calca la mano sulla personalità dei protagonisti nella speranza che i personaggi possano creare un legame empatico virtuale con il pubblico.
È così che sono nati i fanatici: una parte di pubblico che si sente molto più di un semplice telespettatore poiché, con il personaggio amato, ha creato un vero e proprio legame (sì, solo nella sua testa, ma il risultato è lo stesso) d’affetto, per cui sentirà di doverlo difendere, seguire ed elogiare come se fosse il suo migliore amico.
Questi legami virtual-empatici possono essere creati anche al contrario, vale a dire che un telespettatore medio può affezionarsi talmente ad un concorrente da credere esso sia il suo migliore amico, ma anche detestarne un altro a tal punto da comportarsi come se esso gli abbia ucciso il gatto.
Il Grande Fratello non solo crea questo legame fra i protagonisti e il loro pubblico, ma addirittura, ci costruisce sopra l’intero format.
Sì, perché di vedere X e Y che limonano m’importa solo se ad X e Y voglio bene; mi divertirò con Z e Q e i loro gavettoni solo una volta che mi sarò affezionata a Z e Q, così come sarò veemente nelle critiche verso H solo se questi sarà molto nemico di X o Y, che, appunto, sono i miei preferiti.
È un meccanismo sul quale si è poi basato praticamente qualsiasi programma d’intrattenimento televisivo ed anche tutto il mondo Youtube.
GRANDE FRATELLO VIP 3: COME DISTRUGGERE UN FORMAT PERFETTAMENTE FUNZIONANTE
Riassumendo quanto detto sopra: il programma funziona se il cast funziona… se il cast risulta indifferente, risulteranno indifferenti anche tutte le loro azioni.
Sembra scontato, ma, evidentemente, è un particolare che dev’essere sfuggito agli autori del Grande Fratello.
Un Reality Show prosegue bene quando gli autori sono in grado di cogliere le dinamiche che non si era previsto potessero anscere e marciarci su (non averne ideata una e fare di tutto perché i concorrenti vadano in quella direzioni, malgrado abbiano palesato di non averne intenzione); una diretta in prima serata è interessante se, al minimo accenno di lite, la presentatrice fomenta i concorrenti per far sì che si scannino in diretta, non quando al minimo screzio vien chiuso il collegamento ad cazzum.
Questo Cast non funziona. Le azioni dei protagonisti lasciano indifferente il pubblico e le poche dinamiche create spontaneamente dai concorrenti sono state ignorate dalla produzione – poiché non previste nei piani.
E sì che sarebbe bastato scegliere il cast con testa, e non basandosi su racomandazioni più o meno forti di questi vippuncoli decaduti, ma pur con un cast di merda di potrebbe fare meglio di così. Certo, sarebbe necessario che Ilary Blasi e gli autori guardassero effettivamente il programma che stanno facendo, cosa che non si direbbe abbiano intenzione di fare (anzi, ringraziamo che all’ennesima puntata Ilary Blasi non sbagli più alcun nome).
Siamo all’ottava puntata (che forse è la settima) e ancora viene dedicato spazio a Francesco Monte e Giulia Salemi (nonostante sia dalla primissima puntata che la dinamica è chiara a tutti: a lei piace lui, a lui, di lei, frega meno di zero), alle urla delle Donatella (che forse staranno anche simpatiche a qualcuno, ma i loro atteggiamenti risultano talmenti forzati e finti che si fatica a comprendere A CHI), alla liti fra la Monsé e la Marchesa (continueranno, sicuramente, malgrado nessuna delle due sia più in casa) e ai duelli con le pance, con il cibo da indovinare al buio e ai mostri di Halloween brutalmente picchiati da gente che non era evidentemente spaventata da loro ma voleva soltanto replicare le gesta di Cechu que pasa Rodriguez
Nemmeno gli scivoloni commessi dai concorrenti vengono calcolati, quando, a questo punto, i cazziatoni potrebbero essere l’unico metodo valido per risollevare gli ascolti. E invece niente: Ivan Cattaneo che slingua gente contro il loro volere vien fatto passare per simpaticone, Francesco Monte che schifa due donne che si baciano per gioco (mentre un uomo e una donna no) viene difeso perché, poveraccio, si era solo espresso male e tutti sappiamo che in realtà lui ha tanti amici gay e non è “razzista ma”… nemmeno a Cecchi Paone che si prende gioco di una bambina, solo perché figlia di un personaggio già abbastanza ridicolo di suo, vien detto nulla, anzi, una volta che la madre s’incazza e lui si sgola per dirle che le ha rotto le palle, dallo studio, vien detto che effettivamente è lei ad essere un po’ troppo permalosa.
L’unico a cui il cazziatone è stato fatto era anche l’unico in grado di creare dinamiche che, per odio o per amore, al pubblico interessavano.
Fra chi Elia e Jane Alexander li ama da morire, quelli che credono che sia tutto finto, quelli che amano Elia ma odiano Jane o quelli che pensano che lei sia una poco di buono perché ha un figlio praticamente maggiorenne che potrebbe rimanere scioccato nel sapere che sua madre ha degli impulsi sessuali, la cosa del legame virtual-empatico, ha funzionato alla grande.
Inutile il tentativo di rimandarlo in casa a chiarirsi con Francesco Monte (cioè a dare ulteriore possiblità a Monte di far capire al pubblico che non odia i gay, se mai solo le donne gay), poiché il copione studiatissimo di Elia è risultato falso e poco incisivo, quando l’Elia che aveva colpito il pubblico (in positivo o in negativo) era quello a ruota libera: sicuramente un po’ stratega, ma capacissimo d’improvvisare e di esprimersi correttamente senza bisogno del gobbo.