La canzone scritta al settanta per cento da Ermal Meta e Fabrizio Moro, nonché la canzone vincitrice del Festival di Sanremo 2018, è stata considerata banale e zeppa di retorica da molti.
Certo… l’idea di riempire il testo di luoghi comuni ed intercalarli ad una lista di città europee ha contribuito a far sì che questo giudizio, oltre che condiviso, risultasse abbastanza fondato. Città europee e basa, perché l’altro grande difetto di questa canzone è, infatti, l’eurocentrismo di cui è pregna: ad ascoltarla si direbbe non vi siano stati attentati da parte dell’Isis al di fuori dei confini europei.
Insomma, la banalità di Non mi avete fatto niente è tale che, a più riprese, ci si è domandati se non vi fosse lo zampino di kekkokontrekappa dei Modà. Ipotesi scartata data l’assenza di date nel testo: Silvestre le avrebbe sicuramente aggiunte, con il rischio di far male i calcoli e mandare tutto in vacca, come successo in passato.
La retorica a Sanremo però funziona sempre, e, nonostante le critiche fatte da chiunque abbia letto più di un libro in vita sua ( 50 sfumature di grigio e 3 metri sopra il cielo non contano) Non mi avete fatto niente ha vinto il Festival 2018.
Non è il primo anno che a vincere è una canzone orribile, e nemmeno il primo anno che i fanatici dell’artista vincitore si riversano su internet come formiche
in casa mia
d’estate.
Nessuna sorpresa dunque. Ai più navigati è parso chiaro che avrebbero vinto sin da subito. Nonostante le polemiche e il presunto plagio.
Le canzoni brutte del Festival di Sanremo di quest’anno, però, a differenza di quelle degli altri anni, sono subito diventate delle hit per bambini e piacciono quasi più di quelle di Rovazzi. La stessa sorte è capitata anche allo Stato Sociale e alla loro Una vita in vacanza.
La domanda sorge dunque spontanea: e se fosse stato intenzionale? E se la semplicità del testo fosse voluta, così da poter essere apprezzata da tutti i bambini italofoni del mondo?
Sicuramente essi desiderano passare una vita in vacanza, e anche l’assenza di guerre nel mondo.
Probabilmente i fanciulli sarebbero stati in grado di esprimere questi concetti in maniera più articolata e meno scontata, ma, in questo caso, l’unica pecca da parte degli autori sarebbe stata sottovalutare la gioventù.
Voi cosa ne pensate?