Da che i social si sono moltiplicati si è suddivisa anche la popolazione internet, creando vere e proprie fazioni. Chi predilige un mezzo per comunicare con i propri contatti, e chi un altro.
La guerra aperta è soprattutto fra quelli di facebook e quelli di twitter, ma via via si sono delineati sempre più anche quelli di Instagram e quelli di Youtube (fermo restando che quelli di Tumblr si sono sempre sentiti un gruppo a se stante, incompreso dal resto del mondo e dell’internet).
Non importa che la maggior parte della gente, tanto accaldata nell’insultare quelli dell’uno o quelli dell’altro, in realtà possiedano tutti i quanti questi social: la differenza sta nel quale preferisci utilizzare per commentare. Commentare cosa? Non importa, ognuno ha il suo ambito, il suo campo d’azione preferito, e può comodamente ritrovarlo nel proprio social del cuore.
Oggi analizzeremo quelli di facebook (considerati infimi da tutti quelli di twitter).
Facebook, il social network, e quelli di facebook
Facebook ai suoi esordi era soltanto una sorta d’immenso trombodromo. Potevi trovarci dei giochini in cui selezionare chi fosse più gnocco/a secondo te: a te il compito di scegliere il più bello/a fra decine di fotografie d’ immani sconosciuti. Un altro giochino popolarissimo ai tempi, era quello in cui dovevi scegliere un aggettivo o un termine per definire la fotografia di uno sconosciuto (bello/brutto/intelligente/simpatico/carino/…), e il principio era lo stesso di cui sopra. Gli sconosciuti poi potevano contattarti, o tu contattare loro, e bene o male non s’andava oltre al primo: Hey I’m Serkan from Turkey.
Quando Facebook divenne popolare la densità ormonale s’abbassò di colpo, aver appioppato un very hot a un tizio mai visto prima, fronte ai propri conoscenti, diventava imbarazzante. Finì così l’epoca dei compare hotness, e si entrò a piene mani in quella di Farmville. A Farmville, o a un altro giochino stupido, anche per un periodo breve, giocarono un po’ tutti. Lì facebook conobbe un brevissimo periodo di limitazione, ci si limitava a domandare qualche gallina ai propri amici (i più recidivi, ben più di qualche), spiattellare quanto fossero fighe le proprie vacanze ai propri contatti e fomentarsi a livello politico durante le elezioni.
La popolarità dei gruppi e delle pagine, unita alla rivalità di twitter, fu ciò che creo la vera popolazione facebook, cioè Quelli di facebook.
Fermo restando che condividere i cazzi propri con il proprio entourage non passerà mai di moda, quelli di facebook sono coloro che agiscono pubblicamente in Facebook. Possono essere visti da tutti, anche dai non-amici, e interagiscono volentieri in pagine e gruppi.
Infatti quelli di facebook, prima che Zuckerberg regalasse loro gli hashtag identici a quelli dei rivali di quellidiTwitter, per commentare erano costretti a ritrovarsi in gruppi o pagine monotematiche. Alcuni molestando senza problemi i propri contatti reali (che se nella vita sono fan di Leonardo di Caprio è bene che lo sappiano anche loro), altri creandosi dei personaggi fake con i quali parlare degli argomenti che più preferivano. Meno invadenti, sicuramente… ma proprio perché celati dietro finte immagini e nickname, spesso assai più fomentati e irruenti.
Da allora l’utenza facebook pubblicamente attiva (il pubblico parlante di Facebook), può essere suddivisa in differenti categorie:
- Commentatori di Tv/Cinema/Spettacolo
- Umoristi
- Calcolatori di banane
- Commentatori politici ed indignados
Il principio del commentatore medio di facebook è che per condividere non sia necessario leggere. Men che meno per commentare. Per commentare va benissimo leggere solo il titolo, se non si ha voglia di sbattersi, va benissimo guardare soltanto l’immagine e rispondere a quella.
Un altro aspetto del facebook, è la ridondanza: leggere i commenti precedenti, specie quando son tanti, è davvero faticos. Allora eccoli, centinaia di commenti contenenti il medesimo concetto, spesso proprio la stessa parola o periodo. Ciò, unito ai nervi saldi dell’amministratrice, comportò il successo della pagina Raccolta statistica di commenti ridondanti.
Commentatore televisivo
Il commento medio del commentatore medio, in genere, risulta qualcosa di simile: Vai a casa va! Nn ti sopporta più nessuno.
Potrebbe sembrare che il commentatore voglia insultare l’articolista, in realtà è più probabile ch’egli si stia rivolgendo al personaggio presente nella fotografia d’ anteprima.
Già, perché un altro grande problema dei commenti in facebook è questo: la gente è convinta di poter parlare direttamente con i vips. Credono che loro pagine ufficiali siano gestite dagli stessi famosi, ed anche i loro fanclub.
Frequentissimo trovare, in pagine ufficiali e non, lettere intere rivolte al famoso di turno: là vengono esplicitati i desideri, le ire, e i consigli del telespettatore scrvente.
“Cara Maria, sei stata barvissima a rinunciare al tuo cachet sanremese, però sarebbe stato meglio se l’avessi accettato e dato ai terremotati”
Altre volte, si tratta di vere dichiarazione d’amore:
“Ciao Mike Bird volevo dirti che da quando ti ho visto ad Amici sei tutta la mia vita, mi sveglio pensando a te, e vado a dormire pensando a te. L’ultimo pensiero che la notta mi culla, il primo che al mattino mi sveglia, Max doveva avere conosciuto un’anima speciale come la tua prima di scrivere quella canzone”
Il commentatore televisivo commenterà, obbligatoriamente, anche nel proprio diario, scrivendo le cose già dette all’interno di gruppi e pagine ufficiali, o uffiociosi, utilizzando però l’hashtag apposito. Lo farà pur essendo consapevole che gli hashtag in FB non li legge nessuno. Si tratta più un segno distintivo, per far sapere agli altri a cosa ci si sta riferendo.
Per poter avere una vera interazione, il commentatore televisivo FB dovrà crearsi da solo un proprio net di amici. Ciò comporta diversi problemi giacchè uno che t’ha mipiacciato una volta potrebbe dispiacciarti la volta dopo. E poi bisogna stare attentissimi quando ci si inserisce in un fandom, mai una parola contro. Per criticare è meglio andare sulle pagine ufficiali, dai gruppi, generalmente, si viene bannati.
Commentatore umorista
Il commentatore umorista è colui che sogna, un giorno o l’altro, di venir selezionato da una di quelle pagine note tipo commenti memorabili.
Per tentare di compiere la sua impresa egli imiterà costantemente battute divertenti già fatte da altri, forte del principio che: squadra che vince non si cambia. Se ha fatto ridere prima farà ridere anche ora.
Sono coloro che ripetono in ogni dove: È anche oggi si fa questo domani, mai una gioia, ed è subito, è illegale in trenta paesi, e tutte le altre perle che potrete ritrovare qua.
Il commentatore umorista di facebook, infatti, ha uno spirito più twitteriano, ma essendo difficile farsi notare nell’altro social network, ed essendo anche un po’ conservatore, predilige utilizzare comunque il faccialibro.
Gli umoristi son soliti aprire svariate cartelle nel proprio portatile, intitolate: “GIF E MEME DIVERTENTI”, così da ritrovare al più presto la faccia del Vip o l’orizzonte adatto a decorare la scritta: la vastità del cazzo che me ne frega.
Il calcolatore di banane
I calcolatori di banane sono coloro che amano particolarmente risolvere enigmi algebrici dove, al posto delle lettere, si trovano un miscuglio di frutti diversi. Solitamente questi difficilissimi indovinelli vengono intitolati: chi risolve questo è un genio.
Esempio:
1 + Fragola – Banana = 8
Fragola + Banana = 12
Fragola = ?
Incredibilmente, riescono a sbagliare tutti quanti.
I calcolatori sono i medesimi che, quotidianamente, testano il loro Q.I virtualemente. A dire il vero testano un po’ tutto: dalle loro competenze alla guida a quelle cinematografiche, finendo con esami più seri (come quello della vista o dell’udito). Si narra che oculisti ed otorini abbiano perso metà dei clienti a causa del propagarsi di quest test facebookiani.
I condivisori di calcoli fruttiferi, spesso, sono poi gli stessi che amani i gattini, animali buffi (funny animals), e i neonati con il cappello di Babbo Natale
Commentatori politici e indignados
Trattasi di individui condividenti notizie su: gattini bonsai, cinesi che mangiano feti morti o altre note bufale dell’internet. Amano anche interpretare le notizie del lercio seriamente.
Inutile sarà tentare di spiegar loro che il lercio sia una testata ironica, mentre le altre notizie semplicemente fale. Essi asseriranno che no, stava anche su Libero dunque sarà vera per forza.
Gente di questo tipo s’informa in facebook, i giornali veri non li apre, manco online. S’affidano a pagine dal titolo un po’ rivoluzionario, come, ad esempio, informare per resistere.
Spesso i commentatori di questo tipo amano palese il loro astio e disdegno verso alcuni aspetti del mondo, non sapendo argomentare, si limiteranno a qualche coppia di monosillabi: schifo, non ci credo, basta, miodio,… sono poi gli stessi della ridondanza, accuratamente selezionati e raccolti nell’apposita pagina.
Siccome questo blog non ha fini politici, la battuta sul fatto che costoro appartengano sempre al medesimo tipo di elettorato, la farò solo en passant.